Una Carta della Qualità per noi tutti

 

Rinascita delle Denominazioni significa riallacciare il legame tra frutti agricoli e il luogo da cui provengono. Ovunque sulla Terra, il rapporto tra i 4 elementi – calore, luce, acqua e suolo – è diverso. Questa unica combinazione rappresenta la specificità di un sito le cui caratteristiche sono immediatamente assorbite da ciò che vi cresce e, in special modo, dalle viti. Per questo sono nate le Denominazioni, per garantire al consumatore che nel vino acquistato ritroverà le peculiarità di una specifica zona geografica. Affinché le viti possano riflettere le caratteristiche di un territorio, i suoli devono essere vivi e ciò non è possibile se si ricorre a prodotti chimici di sintesi.

Quando un sito produttivo ha dato piena espressione di sé, grazie ad una coltivazione con pratiche agricole ‘pulite’ (biologiche e preferibilmente biodinamiche), le tecnologie di cantina e gli aromi creati artificialmente non sono più necessari. I vini ‘vivi’ hanno un tipico e originale sapore che sono in grado di mantenere nel tempo, in un rapporto di piena trasparenza con il consumatore.

Tutti i produttori del gruppo devono rispettare la Carta della Qualità. L’approccio di Renaissance è sempre collaborativo. Non tutte le aziende sono allo stesso punto nel loro percorso agronomico.

Per questo esistono 3 livelli interni all’associazione:

LIVELLO I – Requisiti minimi che tutti i membri devono rispettare (da almeno 3 anni) per poter essere ammessi al gruppo

LIVELLO II – Il passo successivo

LIVELLO III – Il risultato di pratiche ‘pulite’ nel lungo periodo; condizioni climatiche eccezionali possono metterlo in discussione

LIVELLO 1

Certificazione per l’agricoltura biologica (dopo minimo tre anni di conversione) sulla totalità dei vigneti e per l’agricoltura biodinamica (da almeno due anni). I punti principali sono:

  • Lavorazioni sui suoli, inerbimenti, quindi divieto totale dell’utilizzo di diserbanti.
  • Apporto di compost organico per sostenere la vita microbica dei suoli, esclusione di qualunque fertilizzante chimico che distrugge i terreni e il metabolismo delle viti
  • Divieto di utilizzo di piante di vite geneticamente modificate
  • Utilizzo esclusivo di lieviti indigeni in vigna; divieto assoluto di lieviti selezionati aromatici e neutri, spesso frutto di ingegneria genetica (nei paesi UE più di 350 tipi sono autorizzati)
  • Divieto di aggiunta di trucioli
  • Divieto di utilizzo di osmosi inversa e di tutti i trattamenti fisici e chimici mirati ad abbassare l’acidità volatile
  • Divieto di utilizzo di tutti gli agenti di precipitazione
  • Antiossidanti: no all’utilizzo di sorbato di potassio e acido ascorbico. Utilizzo di solforosa, se necessario. I solfiti sono un prodotto naturale che le famiglie delle crucifere (mostarda, ravanello ecc) producono, come anche i lieviti indigeni. Solfiti vulcanici sono preferibili a quelli sintetici.
  • No all’utilizzo di legni nuovi
  • Rispetto del naturale processo di fermentazione, divieto di correttori di azoto (Solfati, fosfati ecc,) di ogni agente attivatore di fermentazione (vitamine, tiamine, scorze di lieviti), di aggiunta di batteri, enzimi frutto di chimica di sintesi.

LIVELLO II

  • Ritorno ad una vera selezione massale con selezione manuale delle piante di vite per rispettare la biodiversità, esclusione di cloni per tutti i nuovi impianti
  • Rispetto delle condizioni naturali delle piante, comprese quelle meteorologiche. No all’irrigazione per i paesi europei
  • Vendemmia manuale per meglio rispettare le bacche. No alla vendemmia meccanizzata.
  • Rispetto della ricchezza naturale di un vino per cui divieto di ricorso a tutti i processi industriali di concentrazione, compresa la crio estrazione (congelamento dell’uva)
  • Nessuna modifica all’equilibrio naturale del mosto o del vino; proibizione di acidificazione o de acidificazione sotto ogni forma.
  • Nessuna aggiunta di gomma arabica

LIVELLO III

  • Vendemmie manuali in più passaggi
  • Nessuna filtrazione sterile inferiore ai 2 micron. No all’utilizzo di centrifughe
  • No all’utilizzo di colla di pesce
  • Certificazione di agricoltura biologica e biodinamica conseguite da almeno 7 anni (ristabilimento dell’equilibrio della vita)
  • Rispetto delle condizioni naturali di sviluppo della pianta comprese quelle meteorologiche. No all’irrigazione anche per i produttori del nuovo mondo.

In caso di condizioni climatiche straordinarie possono essere concesse deroghe straordinarie. Il produttore interessato dovrà però renderne partecipe tutto il gruppo.

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